L’uranio è una sostanza presente naturalmente nell’ambiente. Ritrovandosi negli alimenti questo elemento chimico può essere assorbito dal corpo umano. Data la sua tossicità, l’USAV ha esaminato l’esposizione della popolazione svizzera. I risultati sono rassicuranti.
L’uranio ha proprietà tossiche e radioattive. Le sue concentrazioni in natura variano secondo il sottosuolo geologico: ad esempio sono più elevate nelle regioni granitiche delle Alpi che nell’Altopiano. Attraverso processi naturali come l’erosione e attività umane come, per esempio, quella mineraria, l’uranio si ritrova nell’ambiente e da qui anche negli alimenti, in particolare nell’acqua potabile, come confermato nel 2011 da uno studio sulla presenza dell’uranio nell’acqua potabile in Svizzera (si veda “Ulteriori informazioni”).
Presenza e rischi
L’uranio non ha alcuna funzione biologica o fisiologica nel corpo umano. Nelle concentrazioni abitualmente presenti negli alimenti non è la sua radioattività a destare preoccupazione, ma le caratteristiche chimico-tossicologiche. Diversi studi mostrano infatti che un’esposizione elevata all’uranio può avere conseguenze negative per la salute, soprattutto per i reni.
L’esposizione dell’essere umano avviene principalmente attraverso gli alimenti. Essa è generalmente bassa, ma può essere più elevata ad esempio in alcune regioni che presentano concentrazioni più alte di uranio nell’acqua potabile. Ecco perché il valore di riferimento raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è stato fissato nella legislazione svizzera.
Esposizione minima per la popolazione svizzera
Data la posizione geografica della Svizzera al centro delle Alpi, l’USAV ha esaminato l’esposizione all'uranio della popolazione adulta nel periodo 2010-2011. Oggetto dello studio, svolto a livello nazionale, è stato il contenuto di uranio nell’urina di circa 1400 persone. Un numero così elevato di campioni, ognuno di essi raccolto nell’arco di 24 ore, consente di determinare con precisione la quantità di uranio eliminata giornalmente da un individuo e di conseguenza di trarre conclusioni anche sull’assunzione di questa sostanza.
I risultati delle analisi sono rassicuranti: con in media 8 nanogrammi per litro si situano nella fascia bassa e sono molto simili ai valori riscontrati in Germania (circa 6 ng/l). Con questo livello di concentrazione non si hanno effetti negativi sulla salute.
La presenza di uranio può essere influenzata dal luogo di domicilio e dalle abitudini di consumo dell’acqua. Nelle regioni alpine, tuttavia, non tutte le persone mostrano un tenore più elevato di uranio nelle urine. Tale fattore dipende dalle abitudini alimentari e di consumo dell’acqua di ogni singola persona. Lo studio evidenzia inoltre che anche l’acqua in bottiglia può rappresentare una fonte di uranio. Ciò non sorprende perché, come mostra uno studio dell’EFSA, quest’ultima può contenere concentrazioni di uranio leggermente più elevate dell'acqua di rubinetto (si veda “Ulteriori informazioni”).
Secondo le conoscenze attuali, i rischi per la salute derivanti dalle concentrazioni di uranio rilevate sono minimi. Per questa ragione, a parte aver fissato il valore massimo dell’uranio nell’acqua potabile, non sono state prese altre misure per ridurne l’esposizione.
Ulteriori informazioni
Ultima modifica 28.04.2020