Verifica degli aspetti legati al benessere animale in caso di innovazioni nella detenzione di animali da reddito

L’USAV segue attentamente gli sviluppi relativi alla detenzione di animali nel settore agricolo. Verifica, in particolare, che le novità introdotte non abbiano effetti negativi sul benessere degli animali e valuta la necessità di integrare con ulteriori precisazioni le norme della legislazione sulla protezione animale. Presentiamo due diversi esempi che dimostrano come si svolge questa attività.

Il settore Detenzione degli animali da reddito, che fa parte della divisione Protezione degli animali dell’USAV, svolge vari compiti che riguardano le aziende agricole detentrici di animali. Fra le altre cose, verifica e autorizza gli impianti di stabulazione e fornisce alle cerchie interessate informazioni e consulenze circa la detenzione – adeguata e conforme alla legge – di ruminanti, suini, pollame e conigli. Nei due Centri per la detenzione adeguata degli animali vengono anche svolti progetti di ricerca dedicati a queste specie.

Qui di seguito presentiamo due esempi delle attività svolte. Il primo descrive le indagini effettuate per capire se l’aumento delle dimensioni delle figliate indotto dalle pratiche zootecniche incide negativamente sui decessi dei lattonzoli. Il secondo riguarda alcune indicazioni, precisate in informazioni tecniche, su come posizionare le capannine per la detenzione dei vitelli in modo da garantire agli animali la possibilità di percepire molteplici stimoli ambientali.

Box per il parto con possibilità di movimento per la scrofa: idonei anche per figliate numerose

In Svizzera, dal 2007, i box per il parto devono essere strutturati in modo tale che la scrofa possa muoversi liberamente sia nella fase di costruzione del nido, che precede la nascita dei cuccioli, sia durante l’allattamento. In questo aspetto la detenzione delle scrofe nei porcili svizzeri differisce dalle pratiche in uso in altri Paesi, nei quali gli animali possono ancora essere tenuti in gabbie. L’utilizzo delle gabbie nelle aziende suinicole è stato introdotto negli anni Sessanta per ridurre il rischio che i lattonzoli vengano schiacciati dalle scrofe quando si sdraiano.

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Una figliata numerosa in un box per il parto che garantisce alla scrofa la possibilità di muoversi liberamente.
© USAV

Negli scorsi anni, attraverso allevamenti mirati finalizzati all’ottenimento di figliate numerose, si è riusciti ad accrescere il numero di lattonzoli nati vivi. Nel 2003, nelle aziende di allevamento svizzere, le figliate contavano in media 11,1 lattonzoli vivi ciascuna; nel 2017 si è arrivati a 12,8. Per i detentori di animali è importante sapere se si è verificato un aumento dei decessi di lattonzoli appartenenti a figliate numerose nati in box per il parto che garantiscono alla scrofa la possibilità di muoversi liberamente. Ciò comporterebbe infatti conseguenze negative in termini di redditività e benessere animale.

Sulla base dei dati relativi a 9714 figliate registrate in 96 aziende nel 2003 e a 331 820 figliate registrate in 255 aziende negli anni 2008 – 2017, i ricercatori del «Centro per la detenzione adeguata dei ruminanti e dei suini» dell’USAV hanno tentato di ricostruire l’andamento dei decessi dei lattonzoli negli ultimi anni. Per farlo, hanno osservato quanti lattonzoli per ogni figliata erano ancora vivi al termine dell’allattamento, ossia al momento dello svezzamento, tra la quarta e la quinta settimana di vita.

Risultati dell’analisi

I risultati evidenziano che in Svizzera la mortalità dei lattonzoli, nonostante le figliate numerose, è rimasta stabile. Nel 2003, in media, moriva prima dello svezzamento l’11,7% dei lattonzoli per figliata, nel 2017 il valore è sceso all’11,1%. Effettuando un confronto statistico fra i dati relativi alla mortalità in questi due anni, non si rilevano differenze. Come è logico aspettarsi, tuttavia, nelle figliate numerose muoiono più lattonzoli, in quanto un numero maggiore di cuccioli nasce sottopeso e ha minori probabilità di sopravvivenza.

In sintesi, lo studio ha dimostrato che nei box in cui la scrofa è libera di muoversi è garantita un’ottima riproduttività anche in caso di figliate numerose. I risultati sono stati pubblicati nel 2020 sulla rivista «Recherche Agronomique Suisse» (disponibile in francese, tedesco e inglese).

Detenzione dei vitelli in capannine: accesso a un’area all’aperto

In Svizzera i vitelli possono essere tenuti in gruppo fino all’età di quattro mesi, e non è obbligatorio garantire loro la possibilità di uscita all’aperto. In alternativa, li si può tenere singolarmente in apposite capannine (igloo). In questo caso, tuttavia, devono avere costantemente accesso a un’area all’aperto, come stabilisce l’ordinanza sulla protezione degli animali. L’area di uscita della capannina deve essere allestita e posizionata in modo tale che gli animali abbiano contatto visivo con i loro conspecifici e possano percepire il clima esterno e svariati stimoli ambientali.

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Una copertura che protegge l’uscita delle capannine permette ai vitelli di rimanere al riparo dalle precipitazioni e dai raggi solari troppo forti d’estate. In inverno, invece le aree d’uscita sono soleggiate.
© USAV

Durante i controlli relativi alla protezione degli animali sono state notate capannine per la detenzione di singoli vitelli posizionate sotto tettoie e in taluni casi disposte in più file una dietro l’altra. I servizi cantonali preposti alla protezione degli animali hanno pertanto invitato l’USAV a precisare in quali casi si possa parlare di «parchi all’aperto». L’USAV è dell’opinione che in linea di massima non si debba vietare la realizzazione di coperture che proteggono l’uscita delle capannine; esse infatti possono garantire un buon ombreggiamento durante l’estate ed evitare agli animali lo stress da caldo. Se l’uscita è orientata nella giusta direzione, i vitelli avranno comunque modo di godere della luce del sole durante l’inverno. La presenza di una copertura può anche garantire che gli animali, al di fuori della capannina, non siano eccessivamente esposti al vento e alle precipitazioni.

Le capannine non vanno tuttavia posizionate con l’uscita rivolta verso una parete della stalla o verso l’interno di un riparo. Gli animali devono infatti poter godere liberamente della vista dell’ambiente circostante. Per non mettere eccessivamente alla prova la capacità di adattamento dei vitelli durante l’inverno, quando le temperature sono molto basse, la superficie di riposo della capannina deve essere provvista di una lettiera sufficiente e asciutta, ad esempio costituita da paglia lunga.

Le informazioni tecniche (PDF, 1 MB, 06.02.2024) redatte dall’USAV sull’argomento servono ad armonizzare l’attuazione della legislazione sulla protezione degli animali nei Cantoni e a informare i detentori di animali sui requisiti previsti per la detenzione individuale dei vitelli in capannine.

Ulteriori informazioni

Pubblicazioni

Weber, R., Burla, J.-B., Jossen, M. e Wechsler, B. (2020) Pertes de porcelets chez les truies qui mettent bas librement: influence de la taille de la portée. Recherche Agronomique Suisse, 11: 53-58.

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Ultima modifica 24.06.2021

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