Vitamina D (dal 2012)


Attualità

Il numero di analisi per determinare il livello di vitamina D coperte dall’assicurazione sanitaria obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) è aumentato notevolmente negli ultimi dieci anni, nonostante la necessità medica a tale proposito non abbia subito grossi cambiamenti. Per questo motivo, a partire dal 1° luglio 2022 vengono precisate le informazioni sulla copertura dei costi nell’elenco delle analisi (allegato 3 dell’ordinanza sulle prestazioni).

L’AOMS copre i costi per le analisi di laboratorio nel settore ambulatoriale secondo l’elenco delle analisi. Le analisi presintomatiche o preventive sono considerate prestazioni obbligatorie dell’AOMS solo se:

  • sono definite come tali nell’articolo 12d o 12e dell’ordinanza sulle prestazioni dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (OPre) e
  • sono incluse nell’elenco delle analisi come misura per l’individuazione precoce di malattie.

In concreto, ciò significa che l’AOMS coprirà i costi delle analisi per determinare il livello di vitamina D in due casi: in primo luogo per la diagnosi e il controllo del decorso di una carenza di vitamina D nelle malattie specifiche indicate nell’elenco delle analisi e, secondariamente, per monitorare il livello di vitamina D quando si assumono medicamenti che influiscono sul metabolismo o sull’assorbimento della stessa.

Le analisi per determinare i livelli di vitamina D per indicazioni presintomatiche o preventive diverse da quelle elencate nell’elenco delle analisi non sono considerate prestazioni obbligatorie dell’AOMS e i costi sono pertanto a carico delle persone assicurate.


Vitamina D: il parere della CFN

La Commissione federale per la nutrizione (CFN) ha pubblicato un parere sullo studio DO-HEALTH di Bischoff-Ferrari et al. del 2020. I risultati dello studio suggeriscono che dosi più elevate di vitamina D (2000 UI/giorno) in persone anziane attive e generalmente sane ≥70 anni senza carenza di vitamina D non forniscono alcun beneficio aggiuntivo in termini di prevenzione delle fratture non vertebrali e di altri criteri di valutazione primari esaminati. Tuttavia, lo studio DO-HEALTH non è ancora stato valutato completamente. 

Dopo una discussione approfondita, la CFN è giunta alla conclusione che, sulla base di questo studio, non è necessario alcun adeguamento della strategia CFN 2012, in cui si raccomanda l’assunzione di 600–1000 UI di vitamina D per la popolazione anziana in Svizzera. Tuttavia, la CFN continuerà anche in futuro a monitorare e valutare criticamente i nuovi studi e la letteratura sulla vitamina D e ad adattare le raccomandazioni laddove necessario. 


La Commissione federale per la nutrizione (CFN) ha pubblicato un parere sullo studio d’insieme sulla vitamina D del 2018 di Bolland et al. Dallo studio emerge che una supplementazione di vitamina D per adulti sani non ha alcun beneficio aggiuntivo per la salute, conclusione che contrasta in un certo senso con le raccomandazioni attuali dell’USAV.

Nel suo parere la CFN afferma che in Svizzera, per motivi stagionali e geografici, si può presumere una carenza molto diffusa di vitamina D. Una supplementazione della stessa si rivela quindi opportuna per determinati gruppi di popolazione. In particolare, bambini e giovani nonché adulti in età avanzata a partire dai 60 anni dovrebbero assumere 600–800 UI/giorno di vitamina D. La posologia raccomandata è sufficiente per far fronte a possibili carenze e nello stesso tempo troppo bassa per causare un sovradosaggio in persone con un livello di vitamina D appropriato.


La vitamina D e il calcio sono importanti per una normale struttura e funzione ossea. Da dati recenti risulta inoltre che la vitamina D è pure indispensabile per la salute muscolare e che una carenza di tale vitamina accresce il rischio di caduta e frattura. Le risultanze epidemiologiche portano inoltre a presumere che un sufficiente apporto di vitamina D sia di rilievo per la prevenzione di altre malattie, come ad esempio disturbi cardiovascolari, certi tipi di cancro, infezioni delle alte vie respiratorie, sclerosi multipla, diabete mellito e le malattie infiammatorie croniche intestinali.
L’ipovitaminosi D è frequente in tutti i settori della popolazione. Il rischio è particolarmente elevato per i bambini fino ai tre anni, le persone di pelle scura, le donne in gravidanza e in allattamento o che portano un velo e gli anziani dell’età di 60 anni o più. La produzione di vitamina D da parte della pelle si riduce con l’avanzare dell’età; gli anziani immobilizzati, che non escono di casa, appartengono al gruppo più a rischio.
Il presente rapporto, intitolato «Vitamin D deficiency: Evidence, safety, and recommendations for the Swiss population», è stato redatto per incarico dell’Ufficio federale della sanità pubblica e della Commissione federale per la nutrizione CFN da esperti nel campo della vitamina D. Per l’Ufficio federale della sanità pubblica esso costituisce una base per l’aggiornamento delle raccomandazioni concernenti l’apporto di vitamina D.

Pubblicazioni

Da gennaio 2014, l’Ufficio federale di veterinaria (UFV) e la divisione sicurezza delle derrate alimentari dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) costituiscono l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV). Di conseguenza, i rapporti sono stati pubblicati a nome dell’UFSP ma non ricadono più sotto la sua responsabilità.  

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Ultima modifica 12.06.2023

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