Virus negli alimenti

Sebbene il virus dell’epatite A, dell’epatite E e il norovirus non si riproducano negli alimenti, sopravvivono a lungo nell’ambiente e possono trasmettersi attraverso il cibo. Nelle regioni tropicali è necessario rispettare norme alimentari basilari.

Eingefärbtes rasterelektronisches Bild von Noroviren

In Paesi aventi condizioni igieniche precarie, i virus dell’epatite A possono contaminare gli alimenti attraverso feci infette. Pertanto si consiglia ai turisti in visita nei Paesi tropicali di rispettare la regola comprovata «cook it, peel it, boil it, wash it or forget it!», ossia cuoci, sbuccia, bolli, lava oppure evita.

Per ulteriori consigli sulla prevenzione di infezioni alimentari, consultare la sezione Igiene.

Virus dell’epatite A

Circa un mese dopo aver contratto l’infezione da virus dell’epatite A, si manifestano spesso improvvisamente sintomi quali febbre, malessere, perdita di appetito, nausea e dolori addominali, seguiti da ittero. Il decorso della malattia varia da una a due settimane per i casi lievi fino a diversi mesi per i casi più gravi. I casi con esito letale si registrano generalmente solo nei pazienti anziani.

I molluschi possono assorbire i virus dell’epatite A dall’acqua contaminata e accumularli nei loro tessuti. Pertanto questa e altre specie di frutti di mare provenienti da acque contaminate nonché le insalate irrigate o concimate con acqua contaminata figurano tra gli alimenti a rischio per la trasmissione del virus dell’epatite A. Lo stesso vale per la verdura non cotta a sufficienza.

Virus dell’epatite E

L’epatite E è un’infiammazione epatica infettiva causata dal virus dell’epatite E (HEV). In Europa, il virus si trasmette dagli animali (ad es. i suini domestici e i cinghiali) all’essere umano attraverso la catena alimentare: in particolare, sono considerati ad alto rischio i prodotti che contengono fegato di suino crudo. L’epatite E è una malattia acuta caratterizzata da febbre, dolori articolari e addominali, perdita di appetito e nausea; in casi più rari può manifestarsi anche ittero. Il periodo di incubazione va da due a sei settimane. Tuttavia, si stima che più del 90 % delle infezioni abbia un decorso asintomatico e, dunque, nella maggior parte dei casi, si guarisce senza particolare trattamento. In persone con malattie epatiche preesistenti può verificarsi un decorso più grave. Il virus si presenta in tutto il mondo con diversi quadri clinici a seconda del genotipo e in diverse regioni. Le persone immunodepresse o che soffrono di malattie epatiche, così come gli anziani, le donne incinte e i bambini dovrebbero evitare di consumare carne suina cruda o prodotti a base di carne di cinghiale. Per prevenire la possibile trasmissione dell’epatite E attraverso i prodotti a base di carne, si raccomanda di cuocere bene prima del consumo i prodotti contenenti carne suina o di cinghiale.

Bollettino UFSP (in francese)

Norovirus

Da 12 a 48 ore dopo aver contratto l’infezione da norovirus, si sviluppano sintomi quali vomito e diarrea, spesso accompagnati da nausea, crampi addominali, dolori muscolari e mal di testa. Spesso la malattia si manifesta improvvisamente con vomito a getto. In rari casi può presentarsi anche una febbre moderata. Di norma la malattia dura da uno a due giorni e poi regredisce. Il decorso è generalmente benigno ma talvolta può essere acuto.

È sufficiente un numero ridotto di norovirus per contrarre la malattia (da 10 a 100). Spesso si trasmettono direttamente da una persona all’altra. In rari casi possono essere trasmessi anche attraverso gli alimenti toccati da persone infette, soprattutto tramite verdure crude o altri alimenti non riscaldati prima del consumo.

Ulteriori informazioni

Ultima modifica 27.01.2022

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