La malattia vescicolare dei suini è una malattia infettiva virale che dal punto di vista clinico non è possibile distinguere dall’afta epizootica.
Tutti gli animali della specie suina sono ricettivi alla malattia vescicolare dei suini, mentre per l’essere umano non costituisce un pericolo.
I sintomi tipici sono febbre e vesciche sull’orlo coronario, nello spazio interdigitale, sulla mucosa orale, sul grugno e, raramente, sulla lingua. A seconda della gravità della malattia si osservano anche zoppia, movimenti con spinte in avanti e indietro, movimenti in cerchio, crampi, tremore e rotazione degli occhi. Più spesso i suini colpiti sono asintomatici o presentano lievi sintomi. Solo raramente la malattia può risultare mortale per gli animali.
Contagio e diffusione
L’agente patogeno è un virus del genere Enterovirus che può sopravvivere diversi mesi in ambienti freschi e umidi, così come nella carne salata o affumicata. Se congelata, la carne contenente l’agente patogeno resta infettiva per anni.
I virus vengono diffusi attraverso vesciche scoppiate, urina e feci. La trasmissione avviene principalmente per contatto diretto fra animali o per via indiretta attraverso le feci contenenti l’agente patogeno, l’uso comune di mangiatoie, i veicoli da trasporto e altri apparecchi.
In precedenza anche il foraggiamento con scarti di carne era considerato un rischio, pratica che è oggi vietata in Svizzera e nell’UE.
La malattia era presente in diversi Paesi europei e a Hong Kong. Negli ultimi anni si sono riscontrati singoli casi in Italia e Portogallo. L’unico focolaio in Svizzera è stato registrato nel 1973. Attualmente il nostro Paese è riconosciuto ufficialmente indenne dalla malattia.
Cosa fare?
- È vietato foraggiare i suini con resti alimentari.
Non esiste un vaccino contro la malattia.
Si tratta di un’epizoozia altamente contagiosa e quindi soggetta a notifica. Chi detiene o accudisce animali deve notificare i casi sospetti al veterinario dell’effettivo.
Ulteriori informazioni
Ultima modifica 22.05.2019