Influenza aviaria in Svizzera: prolungate le misure di prevenzione

Berna, 25.01.2017 - Considerate la situazione preoccupante in Europa e le temperature ancora fredde nel Nord Europa, l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) prolunga fino al 31 marzo 2017 le sue misure di prevenzione contro l’influenza aviaria. Per proteggere i volatili da cortile, occorre evitare qualsiasi contatto con gli uccelli selvatici anche se fino ad ora in Svizzera non è stato rilevato nessun caso di volatile da cortile contagiato. I mercati o le esposizioni di volatili e gli eventi di questo genere restano vietati.

Il 4 novembre 2016 il virus dell’influenza aviaria del sottotipo H5N8 è stato rilevato per la prima volta in Svizzera in uccelli acquatici. Da quel momento 121 uccelli selvatici sono risultati positivi. Malgrado questo numero elevato di uccelli selvatici colpiti dal virus, non sono stati fino ad ora contagiati volatili da reddito in Svizzera. La situazione in Europa resta molto preoccupante e in diversi Paesi in cui gli uccelli selvatici sono stati colpiti da influenza aviaria si sono verificati focolai tra i volatili domestici. Le temperature fredde favoriscono la migrazione degli uccelli selvatici, ragion per cui devono essere mantenute le misure di prevenzione per i volatili domestici ed è necessaria mantenere alta la vigilanza sulle misure ordinate.

L’USAV protrae quindi le sue misure di prevenzione fino al 31 marzo 2017. La detenzione all’aperto di volatili, uccelli acquatici e ratiti resta oggetto di misure restrittive. Per evitare qualsiasi contatto tra uccelli selvatici e volatili da cortile, le mangiatoie e gli abbeveratoi devono essere situati in un pollaio chiuso verso l’esterno.

Se ciò non fosse possibile, i volatili devono essere tenuti in locali chiusi o in sistemi di stabulazione dotati di tettoia impermeabile e di barriere laterali. Nelle aziende detentrici di volatili, i detentori hanno inoltre l’obbligo di notificare gli animali che presentano anomalie e sintomi particolari.

Stando alle conoscenze attuali, il virus non è trasmissibile all’essere umano.


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